#crimestory: Blake Leibel

Storia personale e familiare

Blake Leibel è nato l’8 Maggio del 1981 a Toronto, Canada, da una famiglia benestante.

Il padre, Lorne Liebel, è un importante magnate immobiliare di Toronto, mentre la madre Eleanor Chitel era l’erede di una ditta dal valore di milioni di dollari, fondata dal padre Paul Chitel separato dalla moglie Leona Chitel, affetta da disturbo bipolare.

I genitori di Blake Leibel si separano quando lui è un adolescente, ma non divorziano. Blake vive con la madre, mentre suo fratello Cody resta con il padre. Nel 2011 sua madre muore di cancro al cervello: perdita che ha segnato notevolmente la vita di Blake, poiché la madre rappresenta per lui un saldo punto di riferimento. Nonostante ciò, Blake non partecipa al funerale ma eredita una buona parte del patrimonio di sua madre.

Nello stesso anno, Blake sposa l’ex modella Amanda Braun, un mese prima di dare alla luce il loro primo figlio. I rapporti tra i due non sono dei migliori.

E’ il Luglio del 2015, Amanda è all’ottavo mese di gravidanza del secondo figlio e Blake chiede il divorzio.

Dopo pochissimo tempo, conosce la trentenne ucraina Iana Kasian e, dopo pochi mesi dalla nascita del secondo figlio con l’ex moglie, anche Iana è incinta di qualche mese.

Il 3 Maggio 2016 Iana Kasian dà alla luce la loro prima figlia.

Il 20 Maggio dello stesso anno, Leibel viene arrestato con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una donna. Kasian, sconvolta dalla notizia, lascia l’appartamento che condivide con Blake e affitta un altro appartamento con la madre, che l’aveva raggiunta da Kiev per aiutarla con la bambina. Dopo 15 ore di detenzione, Leibel riesce ad ottenere la liberazione pagando una cauzione di 100.000 $.

La dinamica dell’omicidio

Uscito dal carcere, Leibel chiede alla sua compagna Iana un breve incontro nell’appartamento in cui vivevano insieme: è il 23 Maggio.

Iana chiede alla madre di occuparsi della bambina e si presenta all’appuntamento.

Sarà il suo ultimo giorno di vita.

La mattina seguente, qualcuno prova a chiamare la sorella di Iana, Evegenia, dal telefono di Iana. Evegenia non fa in tempo a rispondere e prova a richiamare qualche minuto dopo. Non riceve alcuna risposta.

Il giorno dopo, la madre di Iana si reca nell’appartamento preoccupata del fatto che la figlia non è ancora rientrata. È il 25 Maggio e al campanello di quell’appartamento non risponde nessuno. Il giorno dopo, la madre di Iana ritorna nell’appartamento con alcuni agenti della polizia che non riescono ad entrare poiché Leibel si è barricato in casa con dei mobili e delle lenzuola che bloccano le porte di ingresso.

Dopo diverse trattative, gli agenti riescono a convincere Leibel ad aprire la porta e si trovano davanti un indicibile orrore: il corpo nudo della trentenne Iana Kasian sottoposto ad una serie di orrende torture e mutilazioni, culminate con il decesso della ragazza.

La scena del crimine e i particolari del ritrovamento del cadavere fanno pensare alla sceneggiatura di un film horror: macchie di sangue sulla scrivania, sulle tende, sulla lampada e la donna in condizioni disumane. Il lato destro del volto scuoiato, come se il cuoio capelluto fosse stato tagliato da un oggetto appuntito e poi strappato dalla sua testa; morsi localizzati in varie parti del corpo (alcuni dei quali talmente profondi da esporre le ossa); pezzi di carne sul letto, dietro il materasso, sul pavimento e un altro pezzo nella biancheria da letto. Nel seminterrato del condominio, gli agenti della polizia trovano undici sacchi della spazzatura, alcuni dei quali contengono fogli coperti di sangue e pezzi di cuoio capelluto e capelli. Viene rinvenuto anche un orecchio tagliato appartenente alla ragazza.

Un particolare davvero macabro nel ritrovamento del cadavere è che il corpo della donna è stato completamente dissanguato: è rimasta soltanto una quantità sangue pari ad un cucchiaino.

Nel rapporto dell’autopsia il medico legale, dottor James Ribe della contea di Los Angeles, dichiara: “L’intero cuoio capelluto di Kasian era traumaticamente assente e non è stato trovato, non era presente con il corpo. Il suo cranio era stato spogliato sulla superficie dell’osso … Non c’era presente del cuoio capelluto, tranne che per piccoli pezzetti nella parte posteriore del collo … porzioni del lato destro del suo viso sono state strappate tra cui l’orecchio destro e parte del faccia posteriore sul lato (destro), fino alla mascella … c’erano molti lividi e abrasioni sul viso, principalmente sul lato sinistro, la guancia sinistra e l’area della mascella sinistra, un numero di lividi e abrasioni, incluso uno che si è rivelato essere un segno di morso umano … aveva vissuto per almeno otto ore circa dopo aver ricevuto la ferita sul cuoio capelluto e il livido alla clavicola … Non ho mai visto prima una cosa del genere. Dubito che quasi nessun patologo forense di questo paese o all’estero abbia mai visto una cosa del genere”.

Interrogato su quello che era successo, Leibel ha affermato di non sapere nulla e di non essersi accorto della morte della fidanzata.

Il pubblico ministero sostiene che Leibel abbia usato un romanzo illustrato, da lui realizzato, come modello per la macabra uccisione della sua ragazza.

La passione per l’arte e il fumetto horror “Syndrome”

Da sempre appassionato di arte, Blake Leibel crea diverse illustrazioni per “trasformare i suoi concetti in arte”. In collaborazione con due suoi amici, fonda una casa editrice. Lavora in un adattamento televisivo del film “Spaceballs” di Mel Brooks; scrive e dirige il film “Bald” che non ha avuto successo perché privo di contenuti. Tra le parole chiave della trama, infatti, pare ci fossero solo termini quali “inguine”, “mutandine”, “mutandine bianche e nere”. Inoltre, un produttore che ha lavorato con lui, in un’intervista, ha raccontato delle strane eccentricità di Leibel e la richiesta di modificare all’ultimo minuto la sceneggiatura per inserire 14 donne sul set con teste rasate. Mentre un altro suo ex collaboratore racconta di Leibel l’ossessione per le tematiche della violenza.

Nel 2010, Blake Leibel realizza il fumetto Syndrome, pubblicato da Archaia con una sceneggiatura di Daniel Quantz, R.J. Ryan e David Marquez.

Syndrome è un macabro romanzo horror, in cui al neuropatologo Dr. Wolfe Brunswick è affidato il compito di studiare le radici del male, attraverso l’analisi comportamentale di un serial killer al fine di trovare una cura per tutte le persone che, come lo stesso Dr. Brunswick, commettono azioni terribili.

La copertina  del fumetto, particolarmente inquietante, mostra una foto photoshoppata della testa di una bambola con la maggior parte del cranio rimosso per mostrarne il cervello.

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La copertina del fumetto horror “Syndrome” di Blake Leibel

Ciò che condurrebbe il Pubblico Ministero a ritenere il romanzo illustrato da Leibel come modello per la macabra uccisione della sua ragazza, è una delle pagine del fumetto in cui viene illustrato un brutale omicidio commesso dal serial killer: una donna viene trovata sul letto, dagli investigatori, in una pozza di sangue e priva della testa.

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La pagina che mostra il brutale omicidio del serial killer in “Syndrome”

 

Inoltre, il fumetto si conclude con un’immagine al quanto terrificante: una mano insanguinata corredata dalla seguente didascalia: “In the end we all become monsters” – “Alla fine tutti diventiamo dei mostri”.

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Durante il processo, i Pubblici Ministeri hanno mostrato alla giuria le immagini del ritrovamento del corpo di Kasian, confrontandole con le immagini del fumetto.

Secondo quanto emerso, Leibel aveva già pianificato i dettagli nei minimi particolari premeditando l’omicidio.

Blake Leibel è stato condannato per omicidio di primo grado, tortura e mutilazione il 20 Giugno 2018. Il 26 Giugno 2018 è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di condizionale.

 

Dott.ssa Daniela Labattaglia
Psicologa Clinica e Criminologa,
Esperta in Psicopatologia e Scienze Forensi

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